Sostenibilità ediliziaSviluppo immobiliarecosa significa casa passiva

La sostenibilità è sempre più al centro del nostro mondo, si punta a una edilizia ecosostenibile. La salvaguardia del pianeta e delle risorse energetiche che ci offre sono fondamentali per creare un futuro in armonia con la natura. Noi di Coedi sappiamo cosa significa casa passiva, abbiamo a cuore l’ambiente e in qualità di sviluppatori immobiliari offriamo le soluzioni più innovative in termini di edilizia sostenibile.

Cosa significa casa passiva?

La casa passiva, passive house o Passivhaus nell’originale denominazione tedesca, è attualmente il modello di abitazione che consente il maggior risparmio energetico. È un’invenzione tutta europea e rappresenta uno dei più preziosi contributi che la ricerca universitaria abbia offerto allo sviluppo di un’edilizia sostenibile. Il modello si basa sulla combinazione di vari accorgimenti tecnici nella costruzione della casa che permettono un efficientamento energetico e un miglioramento della climatizzazione degli ambienti abitativi.

Il protocollo Passivhaus

cosa significa casa passiva

Già dalla fine degli anni 80 in Germania si inizia a parlare di edificio passivo o architettura passiva, nel 1979 infatti viene fondata la Passive and Low Energy Architecture (PLEA), associazione no profit che funge da forum internazionale sull’architettura ecosostenibile.

Il protocollo Passivhaus definisce cosa significa casa passiva e nasce nel maggio del 1988 dalla collaborazione tra Bo Adamson, ingegnere dell’Università svedese di Lund, e Wolfgang Feist, fisico tedesco che ha fondato e dirige il Passive House Institute di Darmstadt. Proprio in questa città tedesca lo stesso Feist ha costruito la prima casa passiva della storia nel 1991. I due studiosi hanno scoperto che combinando accorgimenti per l’isolamento termico (coibentazione, cappotto termico) e il risparmio energetico si potevano creare edifici che quasi non avevano bisogno di essere riscaldati anche nell’inverno del nord.

Tra il 1991 e il 1999 Feist e Adamson costruiscono circa un centinaio di case passive, abitazioni singole, plurifamiliari e anche complessi residenziali. Tra il 1999 e il 2001 con il progetto CEPHEUS (Cost Efficient Passive House as European Standard) si costruiscono 221 complessi residenziali in 14 località in 5 stati europei. Tutte le case passive sono periodicamente monitorate e le misurazioni energetiche rispettano le aspettative dei costruttori.

In Italia il primo edificio costruito e certificato dal Passive House Institute è la sede dell’azienda Klaus a Malles Venosta, Trentino-Alto Adige e sempre nella Provincia autonoma di Bolzano è presente il primo edificio pubblico passivo, l’Expost, ex edificio postale della Provincia, che ha una cubatura di 20000 metri e consuma 7 kWh a metro quadro, cioè meno di un litro di olio combustibile a metro quadrato annuo.

Come funziona una casa passiva?

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Dal punto di vista tecnico una passive house deve la sua efficienza ad una combinazione di accorgimenti essenziali. Ecco cosa significa casa passiva e come funziona una passive house:

  • Isolamento termico

    Lo spessore dei materiali isolanti è di 30 cm (contro gli 8-10 delle case tradizionali). La coibentazione è ottenuta perché l’isolante viene collocato nello strato più esterno delle pareti dell’edificio mentre nelle case tradizionali è posto all’interno.

  • Calore interno

    Sono molte le fonti di calore che si trovano in tutte le abitazioni, ad esempio gli elettrodomestici attivi, l’illuminazione, il sole che entra dalle finestre, la cucina, l’acqua calda che scorre nel bagno, gli stessi esseri umani che vivono nella casa. Benché minima, la quantità di calore prodotta da queste fonti risulta niente affatto trascurabile se viene adeguatamente preservata.

  • Finestre termiche

    Le finestre sono spesso il punto debole nell’isolamento degli edifici. Nella casa passiva il vetro delle finestre è triplo anziché doppio. La superficie vetrata diventa così più isolante. Perciò si tende a progettare poche grandi finestre a taglio termico invece di molte piccole. Questo aumenta la luminosità e il calore prodotto dai raggi del sole e al tempo stesso diminuiscono le perdite di calore dagli infissi.

  • Forma e esposizione

    Lo studio della forma dell’edificio è molto importante per ottenere un buon isolamento termico. Edifici di volume compatto trattengono meglio il calore rispetto a edifici dal volume spezzettato e distribuito. Inoltre è fondamentale prevedere una corretta esposizione dell’edificio rispetto al sole. In questo modo le pareti più soleggiate saranno in grado di assorbire il calore, attraverso superfici vetrate, mentre le pareti più fredde e meno esposte al sole saranno ben coibentate. Al tempo stesso è necessario mantenere la casa passiva fresca nei mesi estivi quindi occorre prevedere una sufficiente ombreggiatura delle pareti rivolte verso il sole.

  • Ventilazione

    La circolazione dell’aria tra interno e esterno è necessaria in ogni edificio e in genere provoca perdite di calore. Nella casa passiva questo problema viene risolto con lo scambio termico e una ventilazione controllata. Si tratta di un sistema che, attraverso un motore ad alta efficienza energetica e un apposito dispositivo per lo scambio di calore, permette all’aria in entrata di assorbire fino all’80-90% del calore dall’aria in uscita, prima di circolare all’interno. La ventilazione controllata permette di uniformare la temperatura delle varie stanze della casa passiva, recuperando il calore dalle stanze dove se ne produce di più (cucina, bagno, ambienti affollati) per cederlo alle stanze più fredde (camera da letto, soggiorno). In aggiunta questo tipo di ventilazione permette il ricambio dell’aria viziata.

Progettazione architettonica e scelta dei materiali edili

Dopo aver capito cosa significa casa passiva diventano determinanti la progettazione corretta dell’edificio e la scelta dei materiali da costruzione più adatti. Diversi progetti possono prevedere soluzioni specifiche e dettagli aggiuntivi, sia estetici che funzionali.

Alcune case passive sfruttano ad esempio la geotermia, il calore naturale del terreno. Ciò avviene attraverso una pompa di calore geotermica e tubature interrate che si diramano nell’edificio. In alcuni casi lo studio dell’esposizione solare è abbinato all’uso di moderni impianti fotovoltaici. L’ombreggiatura può invece essere fatta sia con elementi architettonici, sia grazie alla piantumazione di specie vegetali adeguate. Queste piante perdono le foglie in inverno lasciando passare i raggi del sole quando sono più necessari.

Per i materiali edili poi le possibilità sono ampie: esistono case passive prefabbricate, case passive in legno, in mattoni, in cemento o perfino in materiale biodegradabile. Anche in questo caso la progettazione e lo studio delle fonti di energia riveste un ruolo fondamentale per ottenere efficienza energetica.

I vantaggi di una casa passiva sono notevoli: prima di tutto un impatto ambientale enormemente ridotto, grazie all’eliminazione o al limitato uso dell’impianto di riscaldamento; poi il comfort, grazie ad una illuminazione ottimale e ad una temperatura uniforme nei diversi ambienti interni.

I costi di una casa passiva

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Il costo di una casa passiva chiavi in mano è ancora elevato e in media dall’8 al 20% in più di quello di una casa tradizionale. Questo è dovuto all’alta qualità dei materiali, all’elevata specializzazione dei professionisti di riferimento e alla necessità di utilizzare tecnologie all’avanguardia. Tuttavia l’investimento iniziale può essere ammortizzato nel medio periodo dal risparmio in termini di bollette di luce e gas. Addirittura alcune case passive riescono ad avere una bolletta prossima allo zero.

La casa passiva nasce per i freddi climi dell’Europa continentale, ciò la rende meno indicata per i territori con climi temperati. Questo rende la passive house ideale per la parte settentrionale d’Italia mentre si addice meno ad altre regioni in cui il sole e l’afa estivi costituiscono un problema maggiore rispetto ai rigori dell’inverno. Tuttavia se questi fattori sono tenuti nel giusto conto in fase di progettazione si può trovare la soluzione più adeguata.

Casa passiva: alla fine il risparmio c’è!

Con tutte le eventualità dei casi specifici una casa passiva può arrivare a garantire un risparmio del 90% rispetto a una abitazione tradizionale. Una casa passiva ha bisogno in media di 1,5 litri di carburante (equivalenti a circa 15 kW/h) per metro quadrato di superficie abitativa. Invece una casa tradizionale consuma per il solo riscaldamento 10-12 litri.

La prima casa passiva in legno costruita in Italia, una villetta di 600 metri quadri su tre piani in Lombardia, ha fatto conteggiare una spesa per i consumi effettivi di riscaldamento e raffreddamento, durante il primo anno, di soli 100 Euro.

Coedi, la casa passiva per tutti.

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La casa passiva sta sempre più diventando uno standard abitativo comune grazie alla diffusione tecnologica che permette la creazione di conoscenze specifiche in molti dei professionisti del settore. La casa passiva sta diventando un’opportunità fattibile per tutti, quando si tratta di scegliere come costruire la propria abitazione. Noi di Coedi siamo attivi in tutta la filiera immobiliare e operiamo per creare valore fornendo la massima professionalità. Abbiamo a cuore l’ambiente e agendo come General Contractor siamo in grado di offrire le soluzioni più adatte per i nostri clienti nel campo dell’edilizia sostenibile.

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